Giovedì 30 Aprile 2015

IL CUCCHIAIO DI TOMMASO (con avvertenza)

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Un cappuccino di Rovereto, un certo padre Serafino, l’11 novembre 1633 giurava di aver sentito dire, da parte di diversi frati tirolesi degni di fede, quanto segue. Ferdinando II, imperatore di Vienna, era «aggravato di febbre». Il fratello Leopoldo V, arciduca del Tirolo, l’andò a trovare e gli offrì un cucchiaio di legno, uno di quelli che fra Tommaso costumava scolpire con le sue mani. Lo invitò a mangiare con quello, assicurandogli che, così facendo, si sarebbe liberato dalla febbre. L’imperatore accettò subito l’invito e incominciò a mangiare con quel cucchiaio di legno. La febbre cessò e non ritornò mai più.
Cfr. Epifanio da Cipro, Relationi de’ frati capuccini di santa vita defonti … dall’anno 1614 sino al 1634 …, ms. originale, Venezia Mestre, Archivio Provinciale Cappuccini, f. 78; Giordano Riva, Fra Tommaso da Bergamo …, ms. originale, Verona, Archivio Provinciale Gesuiti, ff. 487-488.

Ippolito Guarinoni (†1654), illustre medico di Innsbruck e di Hall, nonché suo primo biografo, riferisce che «il pio fra Tommaso», quando gli restava tempo libero dagli uffici divini e dalla sua attività di «scrittore devoto», si dilettava a scolpire cucchiai di legno, che poi donava ai suoi cari amici. Fra gli altri, all’arciduca Leopoldo e alla consorte Claudia. L’«ottimo frate» onorava di questi doni le arciduchesse Maria Cristina ed Eleonora dell’Istituto delle Vergini di Hall e buoni amici (lui compreso). Tale illustre medico assicura: «Alcuni ammalati affermano di essere stati guariti mediante il loro uso».
Cfr. Ippolito Guarinoni, Detti e fatti, profezie e segreti del frate cappuccino Tommaso da Bergamo, a cura di Daniela Marrone, Morcelliana, Brescia 2007, pp. 138-139.

Vi è un’ulteriore informazione da aggiungere, quella di Gaspare Grass, «lavoratore di cera alla corte di Innsbruck», che in data 16 luglio 1645 stendeva un elenco di oltre trenta persone le quali, provenienti da luoghi diversi e affette da varie malattie, avevano ottenuto la guarigione (soprattutto da febbre), usando un cucchiaio intagliato da fra Tommaso. Tale informazione venne poi ripresa e confermata da padre Masseo da Nonsberg (†1678), annalista e superiore provinciale della provincia tirolese: «Con cucchiai di legno, prodotti dalle sue mani, molti guarirono da varie malattie o mangiando o bevendo con essi».
Cfr. Peter Lechner, Leben der Heiligen aus dem Kapuzinerorden, München, 1865, p. 462; Annales Capuccinorum Provinciae Tirolensis indivisae 1592-1668. Acta et memorabilia Provinciae Tirolensis a sui origine, ms. originale, Innsbruck, Archivio Provinciale Cappuccini, f. 160.

Avvertenza
«Naamàn, comandante dell’esercito del re di Aram, era un personaggio autorevole presso il suo signore … Quest’uomo prode era lebbroso … Una ragazza (ebrea), che era finita al servizio della moglie di Naamàn, disse alla padrona: "Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che è in Samaria, certo lo libererebbe dalla sua lebbra … Quando Eliseo, uomo di Dio, seppe che il re d’Israele si era stracciate le vesti, mandò a dire al re: "Perché ti sei stracciate le vesti? Quel uomo (Naamàn) venga da me e saprà che c’è un profeta in Israele … Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: "Va’, bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato". Naanàm si sdegnò e se ne andò … Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: "Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una gran cosa, non l’avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: "Bàgnati e sarai purificato". Egli allora scese e s’immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola dell’uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo» (2Re 5,1-3; 8; 10-11; 13).






BEATO TOMMASO
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Vicepostulazione per la Causa di Canonizzazione
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